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Un obiettivo che sembrava raggiunto, e invece no.
25/11/2020: le maggiori associazioni animaliste e antivivisezioniste d'Europa unite nel riprendere la lotta per un obiettivo che sembrava raggiunto, e invece no.
Qui sotto la dichiarazione sottoscritta da CRUELTY FREE EUROPE, ECEAE, EUROGROUP FOR ANIMALS, HUMANE SOCIETY INTERNATIONAL/EUROPE E PETA UK:
Dichiarazione sull’utilizzo degli animali per testare gli ingredienti dei cosmetici ai sensi del Regolamento registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche (REACH).
Benché i test animali per gli ingredienti dei cosmetici siano vietati dal Regolamento sui cosmetici, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) e la Commissione Europea hanno stabilito che persino gli ingredienti utilizzati esclusivamente nei cosmetici possono venire testati sugli animali ai sensi del REACH qualora ci sia possibile esposizione dei lavoratori durante il processo di fabbricazione. Per gli ingredienti dei cosmetici utilizzati anche in altre tipologie di prodotti, sostengono che i test sugli animali possono essere richiesti in ogni caso, indipendentemente dalla possibile esposizione dei lavoratori. Quando nel 2004 l’Unione Europea vietò i test animali per i cosmetici (divieto per i prodotti finiti) e poi, nel 2013, estese la proibizione dei test animali anche ai singoli ingredienti in essi contenuti, i consumatori, i produttori e le associazioni di protezione degli animali giustamente festeggiarono l’evento come una svolta straordinaria dopo decenni di battaglie. Da allora, questi divieti hanno rappresentato un faro di cambiamento per gli animali di tutto il mondo, e nel 2018 il loro significato si è addirittura rafforzato grazie alla decisione del Parlamento Europeo di sostenere a grande maggioranza un appello per la messa al bando dei test animali per i cosmetici in tutto il mondo. Adesso, però, questo cammino di speranza viene gravemente ipotecato dalle prese di posizione dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) e della Commissione europea. Una serie di decisioni circa l’esecuzione dei test adottate dall’ECHA con l’avallo della Commissione europea, insieme con le recenti decisioni della Commissione di Ricorso (Board of Appeal) dell’ECHA contraddicono un principio fondamentale da sempre sotteso all’interpretazione della legislazione unitaria: sorvolando sulle esplicite intenzioni dei legislatori, queste decisioni mettono infatti seriamente in scacco il divieto di realizzare test animali per i cosmetici. Per giunta, la Strategia in materia di sostanze chimiche per la sostenibilità adottata dalla Commissione europea nell’ottobre 2020 dovrà rimettere mano al Regolamento sui cosmetici, con la possibilità che vengano introdotti nuovi requisiti a spese della vita di molti animali.
• che il duplice divieto di sperimentare sugli animali e di commercializzare gli ingredienti cosmetici testati sugli animali sia pienamente rispettato e applicato come previsto dai legislatori. • che le richieste dei test da eseguire - compresi quelli definiti in ambito REACH – non mettano a repentaglio il divieto di sperimentare sugli animali, ma venga al contrario definito un approccio caso per caso tale da assicurare che i consumatori, i lavoratori e l’ambiente siano protetti senza fare ulteriore ricorso ai test animali.
• che la Commissione Europea individui una solida strategia di sperimentazione per gli ingredienti cosmetici in virtù della quale sia possibile utilizzare solo gli approcci senza-animali disponibili, di modo che l’attuazione della Strategia per la sostenibilità delle sostanze chimiche possa riflettere l’enorme supporto pubblico per il rafforzamento - e non certo l’indebolimento - della protezione
degli animali in Europa.